Didattica a distanza: ecco 8 risposte alle domande più frequenti
Nonostante ormai da due mesi si faccia didattica a distanza, i dubbi sono tanti e soprattutto emergono man mano che si fanno varie attività che producono spesso risultati inaspettati.
Vediamo nell’ordine quali sono le domande più frequenti che vengono poste in rete e proviamo a dare risposta.
Posso registrare le videoconferenze?
Le videoconferenze possono essere registrate se non ci sono interventi degli alunni o comunque di minori. La loro registrazione deve essere comunicata agli studenti in modo tale che essi ne siano a conoscenza. Si consiglia di zittire tutti gli studenti se si fa una lezione frontale che si vuole rendere disponibile in un secondo momento.
I maggiori servizi di videoconferenza dispongono di funzionalità di registrazione ma non tutti consentono di rendere disponibili i video nel formato standard.Cisco Webex e Zoom, ad esempio dispongono di un formato proprio che può essere visionate solo dall’interno della piattaforma. Google Meet registra in formato standard Mp4 e i video possono poi essere inclusi come lezioni nello stream della classe virtuale.
Qui trovate un articolo che approfondisce l’argomento sulla registrazione che può anche essere fatta da soli senza videoconferenza laddove si vuole realizzare un video da rendere fruibile in differita. Ecco alcune regole che credo debbano essere seguite
Quanto deve durare in media una lezione in videoconferenza?
Il consiglio universalmente riconosciuto è di 40 minuti, non di più. E’ anche consigliabile che tra una lezione e l’altra ci siano 20 minuti di stacco. La motivazione è molto semplice: il grado di attenzione che si presta in questo genere di videolezioni è relativamente basso perchè non c’è contatto visivo tra docente e studente il quale dopo la prima mezz’ora comincia a non seguire. Occorre anche considerare il fatto che spesso quando si è in classe non si fa un’intera ora di lezione frontale e si ritaglia qualche decina di minuti per spiegare qualcosa, quindi non deve meravigliare che la durata sia così bassa. Se un docente intende intrattenere gli studenti per più tempo, provi ad organizzare attività partecipate, chiami loro a presentare, diversifichi gli interventi. Crei comunque delle pause.
Eccovi un articolo in cui spiego meglio la questione.
E’ preferibile chiedere agli studenti di mostrarsi in webcam?
Il consiglio che mi sento di dare è di evitare l’accensione della webcam per tanti motivi: il primo riguarda la connettività, ricevere 20 webcam accese aumenta il rischio che la lezione non vada o abbia blocchi.
C’è poi un motivo legato alla privacy. La webcam accesa mostra altro nella camera dove sta lo studente e gli stessi studenti potrebbero registrare in screencast il tutto. Sarebbe come se in classe portassero un cellulare, registrassero durante la vostra lezione e poi rendessero pubblico tutto. Essendoci il diritto di privacy vigente per tutta la classe, questa pratica è sconsigliata.
Cosa è possibile fare oltre alle videoconferenze nella didattica a distanza?
Attività collaborative, creatività, uso di mappe concettuali in rete, creazione di powerpoint e altri lavori sempre in gruppo, le attività da svolgere sono tante e non solo la classica lezione frontale. Anche una lezione partecipata che chiama a turno ogni studente ad affrontare un problema o un quesito può servire a creare una diversificazione quindi far si che la durata non sia un problema.
Eccovi qui un articolo in cui ne parlo approfonditamente
Quali sono le piattaforme sicure per la didattica a distanza?
Le caos generale in cui ci siamo trovati rende difficile la scelta della piattaforma da usare o comunque delle soluzioni da utilizzare.
Vige secondo il garante della privacy, un principio ben preciso: occorre che sia la scuola ad essere titolare del trattamento dati personali, quindi ogni piattaforma metta nelle mani della scuola le “chiavi” di accesso ai dati, è ben vista a parte la sicurezza passiva. Questo per evitare funzioni di tracciamento dei dati che spesso i grandi siti utilizzano fornendo poi pubblicità ed altro. Allora piattaforma come Google GSuite, Microsoft 365 , sono ben viste per l’attivazione dei requisiti di sicurezza in termini di preservazione dei dati. Anche le piattaforme legate ai registri elettronici se documentano opportunamente come trattano i dati, possono essere utili. Alcune si legano a piattaforme e-learning di supporto.
Quali sono gli strumenti da evitare per la didattica a distanza
- WhatsApp, è un servizio di messaggistica privato, va evitato categoricamente per motivi di privacy e per il fatto che i gruppi creati al suo interno sono da intendersi privati tra persone che danno il consenso a tutti per l’uso del proprio numero di cellulare, che, tra l’altro, non è neanche di loro proprietà ma di proprietà del genitore. Ecco un articolo in cui ne parlo.
- Account Google o Microsoft privati. I docenti che li usano per erogare lezioni e per registrare dati degli studenti si assumono responsabilità personale per la gestione di quei dati o quantomeno la gestione dei dati e la profanazione saranno soggetti alle piattaforme commerciali su cui si basano. Vero è che GSuite contiene gli stessi strumenti di un account privato Google ma è anche vero che mentre il primo demanda alla scuola la gestione dei dati, il secondo di fatto gestisce l’account con modalità commerciali, esponendo l’alunno ad un uso improprio e in evidente violazione.
- Altri strumenti di messaggistica con account personali. Questi non possono richiedere agli studenti dati che poi i docenti non possono gestire perchè non ne hanno la titolarità
- Piattaforma e-learning personali dei docenti (ad esempio Moodle) esse sono frequenti tra gli insegnanti, tra cui il sottoscritto. E’ chiaro che queste raccolgono dati degli studenti ed essi vengono gestiti a titolo personale quindi sono da evitare. Le stesse sono ideali se gestite a livello di scuola.
- Email personale, per gli stessi motivi di cui sopra
Come si possono attuare meccanismi per la correzione degli elaborati degli studenti?
Poiché i docenti spesso tendono a trasferire on line le pratiche della didattica a distanza, essi si trovano anche a risolvere il problema della “correzione dei compiti”. Come procedere? Ci sono diversi strumenti che consentono di intervenire sui compiti ed apporre correzioni. Ne ho parlato in un articolo che trovate qui
Cosa è possibile fare con i più piccoli come gli alunni di infanzia e delle prime classi della primaria?
La didattica a distanza è partecipazione attiva e soprattutto autonoma da parte degli studenti. E’ chiaro che ciò avvenga solo nella secondaria di primo e secondo grado. Nella primaria riesce molto difficile attivarla ma si consiglia di farlo nelle classi quarte e quinte. Le classi virtuali richiedono una certa dimestichezza e non sempre i genitori possono dare un valido contributo. Si immagini la consegna degli elaborati, l’avvio di video conferenza, la partecipazione ecc. Spesso ci si scontra tra il diritto alla privacy quindi ad evitar l’invadenza dei genitori e la necessità di portare avanti una attività didattica. Con riferimento alla scuola dell’infanzia, un utile strumento potrebbe essere l’attivazione di videolezioni brevi con il contributo dei genitori ma la loro durata deve essere molto breve e il contenuto molto partecipativo. I bimbi di infanzia, spesso, svolgono attività manuali e comunque difficili da mediare attraverso strumenti tecnologici che di fatto sono sconsigliati nella norma.