Dal 26 ottobre didattica a distanza per almeno il 75% delle ore alle superiori, cosa significa?

Il nuovo DPCM che verrà varato entro oggi, 25 ottobre definisce nel 75% il monte ore minimo per la didattica a distanza nelle scuole secondarie di secondo grado. La misura serve al contenimento degli spostamenti degli studenti. Il decreto specifica, inoltre, che le modalità di organizzazione saranno regolamentate dalla apr 275 dell’ 8 marzo 1999 conosciuto come legge dell’autonomia scolastica. In pratica le istituzioni scolastiche decideranno come organizzare le attività tra presenza e a distanza anche mediante ingressi ed uscite contingentate.

I docenti devono recarsi a scuola durante la dad?

La nuova norma non dice nulla di chiaro sulla presenza o meno dei docenti nelle istituzioni scolastiche durante le lezioni a distanza e lascia intendere che anche per questa cosa saranno le istituzioni scolastiche a decidere se i docenti che si trovano anche in situazione di fragilità e a rischio potranno effettuare la didattica a distanza direttamente da casa in smartworking o meno.

Come mai non il 100%?

Volendo entrare nel merito della norma, si è portati a pensare che il 25% di attività in presenza potrebbe essere destinato a quelle attività di verifica che potranno così essere ritenute valide e legittime a differenza di quanto accaduto durante il lockdown.

La norma ha validità per 4 settimane sino al 24 novembre 2020. Si spera che essa unita ad altre disposizioni contribuisca alla riduzione del fenomeno dei contagi.

Una possibile organizzazione

Ma come è possibile organizzare le attività rispettando tale norma? Di certo è difficile predisporre un orario che cerchi di rappresentare un buon compromesso tra l’esigenza dei docenti di effettuare verifiche in presenza e quella generale di far si che ad esempio un solo giorno su 5 venga svolto in presenza (in questo caso esso rappresenterebbe il 20% del monte ore quindi a norma) . Molto probabilmente le scuole saranno costrette ad orari flessibili che cambieranno al fine di poter coprire tutte le discipline almeno nell’arco di un mese rientrando sempre nel monte ore del 25% massimo in presenza. Un’altra esigenza non di poco conto riguarda l’uso dei laboratori. Non tutto è possibile on line e ad esempio l’uso di laboratori particolari certamente rischia di venir meno in una didattica così combinata.

Come ci si deve comportare con gli alunni h?

Anche in questo caso la norma non lo specifica, tuttavia siccome l’obiettivo principale riguarda il contenimento dei trasporti e siccome di solito gli alunni in situazioni di handicap non utilizzano i sistemi di trasporto usati dai loro compagni, si ritiene che forse per loro la didattica potrà continuare in presenza anche per via della difficoltà evidente da parte di molti a continuarla a distanza. Questa ovviamente è una mia personale interpretazione.

La scuola è di fronte a nuove sfide e queste purtroppo passano anche attraverso un nuovo modo di organizzarsi che di certo non può avere confronti con la didattica in presenza. L’emergenza va affrontata nel migliore dei modi.

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