Didattica a distanza e sicurezza per il docente, alcune semplici regole da seguire

Da quando si parla di didattica a distanza il rischio che il docente agisca senza una chiara consapevolezza di quel che fa c’è sempre soprattutto quando naviga in rete. Se a questo aggiungiamo il fatto che il docente spesso opera in videoconferenza quindi esponendo il proprio pc e la visione del suo contenuto alla classe virtuale e non solo, è chiaro che i rischi relativi alla sicurezza sono fondati.

Uno dei rischi maggiori riguarda la condivisione di contenuti in cloud con studenti e colleghi. Spesso si sottovaluta il fatto che un documento condiviso in GSuite va adeguatamente gestito e se si condivide una cartella, poi il contenuto di essa man mano che evolve è soggetto alle stesse politiche di condivisione.

Un altro rischio riguarda la sicurezza dei nostri dati e la sindrome da “smarrimento”. Spesso si scrivono relazioni, programmazioni e tanto altro su pc tablet o altri dispositivi e si perde traccia dei documenti. L’uso in un contesto cloud ben gestito consentirebbe l’accesso centralizzato dai vari dispositivi, anche da cellulare. Magari ogni tanto, avere una copia di backup sul proprio pc principale potrebbe essere una buona pratica.

Visto che la centralità di tutto riguarda il nostro account di accesso a GSuite, forse potrebbe essere importante attivare l’autenticazione a doppio canale, ovvero far si che un eventuale furbacchione che acceda da altro PC intercettando la nostra password, abbia bisogno di un PIN mandato al nostro cellulare indicato come dispositivo personale affinché completi l’autenticazione. Due canali, appunto, web e cellulare.

Se si usa, inoltre l’app google drive su cellulare e su PC , accertatevi che non ci sia una sincronizzazione automatica dei contenuti, potrebbe capitare che contenuti privati di cellulare e pc vadano a finire in drive e quindi condivisi.

Estensioni del browser? Si solo se certificate e se servono realmente. Il browser sul PC è il punto debole da salvaguardare quindi chi ci garantisce che qualche estensione non sniffi dati sensibili che scriviamo sulle app?

Infine: uso di browser in modalità anonima laddove percorriamo terreni impervi dove la sicurezza non ci viene garantita. La modalità anonima consente all’utente di non lasciare traccia di user password e ogni tipo di dato sensibile soprattutto se si usa un dispositivo non personale

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